Creepy Pasta

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  1. NikiSanDP
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    Cos'è una Creepy Pasta?
    E' un racconto di paura che spesso riguarda cose "bambinesche" tipo cartoni animati o videogiochi all'apparenza innocui...
    ENJOY!
    Per prima pasta volevo postare quella riguardante Crash Bandicoot, si intitola "Crash Bandicoot, Creepy Version"
    Per il mio sedicesimo compleanno, mio padre mi regalò una console. La cara e vecchia Play Station... E' un regalo bizzarro da fare ad un sedicenne, ma io e lui sapevamo benissimo il motivo di codesto regalo... Qualche anno prima, quand'ero ancora un infante, Mi regalarono questa console, ma dopo poche settimane di continuo gioco, si ruppe. Avevo fatto il record di velocità, e i miei genitori erano un pò arrabbiati, perchè a quel tempo, con la crisi, avere quella console era davvero un pregio. Certo, non un pregio per il portafoglio, ma la Play Station... La prima versione, è secondo me la migliore, è da lì infatti, che è nato tutto, con una grafica da paura in quei tempi...


    L'indomani, andai ad un supermercato in cerca di un videogioco, ma fui sfortunato. La PSX, era talmente passata, che oramai in vendita eri già fortunato se trovavi un gioco per Play Station 2. Cercai a lungo, ma la fortuna non mi assisteva, per niente. Dunque andai via, un pò triste, perchè avevo moltissima voglia di rigiocare con quella carissima macchinetta, e magari, giocare nostalgicamente a Crash Bandicoot, la prima versione. Il mio gioco preferito ancor'oggi. Poi però, accadde l'inaspettato... In un mercatino dell'usato, vendevano ancora giochi vecchi, come Snes, Game Boy, Nintendo 64... E Play Station. Quanto non vorrei avuto scoprirlo... Ma quel giorno, comprai a prezzo imbattibile il gioco di cui parlai poco fà... Crash Bandicoot, era mio, purtroppo. Infatti, è passato molto tempo da quel terribile caso... Forse avevo una versione hackata da qualche pazzoide, ma comunque, il gioco non era normale, o perlomeno non lo ricordavo affatto così. Ma ora vi racconto passo dopo passo, ciò che mi è capitato...


    Una volta collegati tutti i fili della bellissima console grigia, ci misi dentro il disco di Crash Bandicoot... Non era un CD originale, era solo un comune dischetto cromato... Con scritto sopra il nome del gioco, in pennarello indelebile, anche se era un pò sbafato... Ma non me ne importò più di tanto, avevo tanta voglia di rigiocare a quel gioco, in memoria degli anni passati, a divertirmi col Bandicoot tutto rimbambito... Dunque, la schermata iniziale partì.

    "CRASH BANDICOOT"

    Apparve questa scritta in alto, con le scritte New Game, e le altre opzioni... Si vedeva tutto in bianco e nero... Stranamente. Infatti tutti i fili erano ben collegati, e la mia TV era nuovissima... Era una vera seccatura, ma vabbè, erano solo piccoli dettagli, secondo me. Forse, era il gioco, essendo vecchio, e non originale. Comunque, anche se erano passati vari anni dall'ultima giocata, ricordavo benissimo che l'amichetto rosso doveva arrivare, sbattendo la faccia nella telecamera ma... Non arrivò. Era ancora tutto bianco e nero, C'era il titolo e le opzioni ma... Crash non voleva proprio arrivare. Sapevo che se aspettavo un pò di tempo nel titolo, senza far niente, doveva partire il filmato iniziale, ma passarono 5 minuti, e l'ombra di Crash, o del filmino, non voleva proprio saperne di venire. Dunque feci partire il gioco, molto scocciato. Poi, accadde l'inaspettato. Il gioco, era già partito ad un livello molto distante dal primo. Nella schermata di caricamento livello, infatti, c'era scritto...


    "Flumbing in the dark"


    Cosa?! Già in questo livello?! Pazzesco... Non penso sia un bug, e terribile coincidenza, ora lo schermo era a colori. Dunque il livello partì normalmente. Crash nel castello di Cortex, in un livello al buio, in cui dovevi servirti della luce della maschera del tuo amichetto di legno: Aku Aku. Dunque feci ciò che dovevo fare, andai avanti col livello, anche se ero basito. Sapevo che era una versione scadente, ma questi non erano bug, o perlomeno, erano troppi.

    Comunque, nel corridoio di pietra buio, pieno di ornamenti, quadri, scudi e tappeti... Balzai sulle piattaforme volanti, mentre ammiravo i quadri. C'era sempre quello sbruffone di Cortex. Fino a quando... Un quadro diverso, stranamente. Ma la cosa che mi incuriosiva di più, era il contenuto. C'era qualcuno o qualcosa impiccato. Era Crash. La Naughty Dog non avrebbe mai potuto inserire nel gioco una robaccia simile, è disgustoso... Colui che me l'ha venduto era un truffatore, o perlomeno, quello che ce l'aveva prima il gioco, era un uomo crudele che aveva modificato il gioco. Andai avanti... I quadri si facevano sempre più agghiaccianti. Ora non c'è più Crash, ma donne e uomini squartati, lacerati, massacrati, decapitati. Avevo 16 anni, ma devo ammettere che ero un pò impaurito, ma anche arrabbiato. Se l'avesse avuto un bambino piccolo questo gioco, gli avrebbe fatto un bruttissimo effetto. Comunque, stranamente non c'erano più maschere di Aku Aku, equivale a zero luce. Che cosa potevo fare? Andare nel buio come un ambulante? E se fossi caduto? Ben presto vidi qualcosa laggiù, poco più avanti nel gioco. Una lucina, piccola. Mi avvicinai. Si spense. Sentii solo una voce sommessa...

    "Buh!"

    Il gioco si resettò automaticamente... Cos'era stato?! Qualcuno aveva parlato nel gioco, dicendo quella piccola parola, che non riconoscevo. Non la attribuivo a nessuno degli attori che facevano le voci dei personaggi. Ero pietrificato... Qualcuno, che si è divertito a modificare il gioco, mi sta lentamente rovinando l'infanzia, e mi sta seriamente facendo impaurire. Ma quando il gioco partì, Vidi che Crash arrivò. Sperai che venisse a salutarmi sbattendo quel bel visetto sulla telecamera, tempo fà mi faceva molto ridere. Ma appena arrivò davanti alla mia visuale, mi resi conto che non c'era nulla da ridere. Crash aveva un volto triste. E non faceva altro che fissarmi coi suoi occhi vuoti... Misi immediatamente Load Game.


    Il mio salvataggio non c'era più. C'era una "F" al suo posto. Che diavoleria era mai questa?! Avviai rapidamente il file di salvataggio, ansioso di scoprire cosa avrei visto stavolta. Il gioco mi catapultò immediatamente nel livello della prima isola, col fiume. Upstream. Era uno dei miei livelli preferiti, che quel bastardo aveva modificato anch'esso. Se al livello oscuro di prima c'era la musica, qui invece era più strana. So che cambia livello dopo livello, Ma la canzone di Upstream la ricordo benissimo, e non era affatto in quel modo. Ben presto scoprii ch'era riprodotta al contrario. Ero terrorizzato. Anche il livello doveva esser fatto al contrario, e le piante carnivore non volevano farmi niente. Nemmeno i piranha. Se andavo in acqua venivo velocemente teletrasportato nel punto in cui ero prima. Sembrava che il gioco non volesse farmi morire. Dunque, andai avanti... L'acqua iniziò a diventare pian piano rossa, si riferiva sicuramente al sangue, ma questo non mi sorprese più di tanto oramai. Arrivato alla meta, vidi solo organi... Cuori, polmoni, fegati, cervelli ma soprattutto tanto sangue gocciolante... Immediatamente Crash morì. Avevo 99 vite, ma quando Crash morì istantaneamente mi ritrovai subito a zero. Venne Cortex, che doveva ridere di me, come al solito, quando qualcuno perde. Ma non lo fece. Venne solo per spaventarmi. Era ricoperto di sangue, non aveva gli occhi, solo un nero intenso. Apparve una scritta... YOU DIE. Ok, questo mi aveva seriamente colpito. Un terribile gelo mi attraversò la schiena, arrivando alla nuca, fino a farmi rizzare i capelli. Riavviai il gioco. Crash venne più triste di prima, e come al solito, alla schermata iniziale non c'era nessunissima musica. Misi Load Game. Era apparso il salvataggio "U"... Lo caricai. Il gioco stavolta mi portò a N.Sanity Beach. Il primo livello della prima isola. Andai avanti, dunque. Notai che Crash non aveva nè scarpe, nè piedi. Era come se, levitava nell'aria. Comunque, alla fine del tragitto sabbioso... C'era una figura... Non potevo crederci... Era il nuovo Crash, quello dei titani. Ricordavo che la Naughty Dog aveva passato il progetto di Crash alla Sierra infatti, e aveva creato questo nuovo Crash. I due si guardarono solo in faccia. Quello dei mutanti era bello sorridente. Ma il mio personaggio era assai triste, non aveva le pupilla. Il gioco crashò e si spense tutto. Amareggiato, riaccesi tutto. Volevo sapere cosa cercava di dirmi quello che aveva hackato il gioco. C'era sicuramente un messaggio. Alla schermata del titolo, non c'era la musica ovviamente. Bianco e nero... E Crash venne dopo due lunghi minuti, zoppicava. Era lento. Aveva il viso sfregiato. Ricoperto di sangue. Stava piangendo. Caricai la partita, deglutendo rumorosamente. Un nuovo salvataggio. "N". Lo aprii e mi ritrovai contro Koala Kong. Non eravamo in una miniera, ma in una vera e propria arena. Il cielo era rosso e come sfondo si potevano vedere dei cadaveri. Una volta averlo battuto, il gioco lampeggiò. Mi fece tornare immediatamente al titolo. Crash era disteso a terra sulla sabbia. Era morto. Cacciai una lacrima, e vidi i salvataggi. Nuovo file. "K". Era sicuramente un messaggio... Ci pensai su una decina di minuti, senza caricare il salvataggio... All'inizio c'era la F, che apparteneva a "Flumbing in the dark". Poi c'era la U, di Upstream. La N, di N.Sanity Beach. E infine la K di Koala Kong. Insieme... FUNK. Paura, panico. Ma non era l'unico messaggio. Perchè Crash è morto? E quello nuovo è vivo e vegeto? Aprii il "K". Schermata nera. Un filmino. C'era il nuovo Crash tatuato, che strappava gli occhi di quello vecchio, lo massacrava. Scene di sangue, solo scene di sangue continuo. Penso di aver capito la morale. La Sierra, ha sostituito il vecchio Crash con uno nuovo, insieme agli altri personaggi. La serie è rovinata. Questo, era il messaggio del matto, che ora non considero più così. Secondo me, lentamente, il vecchio Bandicoot se ne sta andando, e uno nuovo lo sta rimpiazzando. Volevo sapere l'indirizzo di quel matto, stringergli la mano e congratularmi con lui, forse, aveva ragione.

    Postatene altre che vi piacciono!
     
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  2. Miky3i
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    Lui



    Questa non è una storia.
    Non è un racconto, un qualcosa da narrare agli amici per divertirsi delle loro paure.
    Potremmo definirla una constatazione, una presa di coscienza, anche se futile.
    Passo subito al dunque, senza preamboli, senza un “prologo” definito.
    Esiste Lui.
    Non ho detto “Lui esiste” per una buona ragione: tale affermazione presuppone infatti che si stesse cercando una prova della sua esistenza, adesso trovata. Invece nessuno di voi lo sa, ed io ve lo sto rivelando proprio ora.
    Esiste un “Lui”. Non ha nome, non ha età.
    Esiste, e vi guarda. E nulla più.
    È alto, indefinito nella forma, la notte è il suo regno.
    Quando il Sole cala a ovest, veloce più delle ombre che si allungano nel crepuscolo Lui appare, e strisciando silenziosamente come nebbia invisibile attraversa tutto vi raggiunge in ogni dove.
    Vi raggiunge sempre, ma nessuno di voi lo vede.
    Lui vi guarda dormire, e nulla più.
    Tutta la notte rimane in piedi di fianco al vostro letto, immobile, silenzioso, e vi scruta attentamente.
    Anche prima che voi vi addormentiate, Lui è già lì.
    Vi guarda e vi bisbiglia qualcosa: sussurri come versi di cicale morenti, sottili e pungenti note di una ninna nanna folle, i cui dolci singulti vi trascinano nell'oblio del sonno.
    E poi Lui rimane lì a guardarvi, immobile, e nulla più.
    Talvolta vi si avvicina, vi sfiora i capelli, vi accarezza dolcemente il volto, quasi uno gelido spiffero d'aria. Sussurra cose alle vostre orecchie, la vostra testa risuona della sua voce muta, continua a cantarvi quella folle melodia.
    È così che vi agitate nel sonno, piangete, ridete, urlate. Lui è la luce dei vostri sogni, l'oscurità dei vostri incubi, il marionettista dei sonnambuli.
    Potete svegliarvi quanto velocemente volete, cercare ovunque nella vostra stanza, nella vostra intera casa, se vi va. Non lo troverete.
    Lui è ovunque e da nessuna parte.
    Non lo vedrete mai, vagamente percepirete la sua presenza, magari quando nell'afa delle notti estive crederete di vedere qualcosa, attraverso le palpebre chiuse, che vi si avvicina nel buio, più nero del nero. Ma nulla più.
    Eppure Lui sarà sempre lì, a guardarvi dormire, a scrutarvi in silenzio.
    Ogni notte, per tutta la vostra vita, sarete sempre cullati da quella ninna nanna malata.

    Esiste Lui. Non ha nome, non ha età.
    Esiste, e vi guarda. E nulla più.
    Vi guarda dormire, domina il vostro sonno, ogni notte. E nulla più.


    E ogni notte, a sua piena discrezione, decide se vi sveglierete la mattina seguente.


    E nulla più.

    Una delle mie Creepy Pasta preferite, di solito non devono riguardare per forza videogiochi quindi spero vada bene lo stesso...
     
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    Che figata che sono tutte e due! *w* quasi quasi vado a cercarne altre :3
     
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  4. -yoona97-
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    la seconda l'ho letta pochi giorni fa su fb, lol belle! postane di più, mi ci diverto XD
     
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  5. Miky3i
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    È abbastanza famosa quella ^_ ^ (mai come lo slender >.<) eccone un'altra ben più famosa:

    The Rake


    Durante l'estate del 2003, alcuni eventi nel Nordest degli stati uniti riguardanti una strana creatura dalle sembianze umane accesero l'interesse di alcuni media locali prima di un apparente blackout di informazioni. Vennero lasciate intatte pochissime notizie, quasi nessuna in quanto la maggior parte delle testimonianze online della creatura vennero distrutte misteriosamente.


    Principalmente nella zona rurale dello stato di New York, presunti testimoni raccontarono storie dei loro incontri con una creatura di origini sconosciute. Le reazioni variavano da livelli estremamente traumatici di paura e disagio, a un quasi infantile senso di curiosità e giocosità. Nonostante i loro resoconti scritti non fossero più presenti, i ricordi rimasero profondamente. Molte delle persone coinvolte hanno iniziato a cercare delle risposte, quell'anno.


    Agli inizi del 2006, erano stati trovati circa due dozzine di documenti, datati tra il dodicesimo secolo e i giorni nostri, sparsi in tutto il mondo. Nella maggior parte dei casi, le storie erano identiche. Sono stato in contatto con un membro di questo gruppo e sono riuscito a ottenere qualche stralcio del libro che stanno per pubblicare.


    L'ultimo messaggio di un suicida: 1964


    "Mentre mi preparo a prendere la mia vita, sento la necessità di alleviare ogni senso di colpa o dolore che sto lasciando con questo gesto. Non è colpa di nessun altro se non sua. Per una volta mi sono svegliato e ho sentito la sua presenza. E una volta mi sono svegliato e ho visto la sua forma. E una volta ancora mi sono svegliato e ho sentito la sua voce, e guardato nei suoi occhi. Non posso dormire senza paura di cosa proverò al mio prossimo risveglio. Non posso mai più svegliarmi. Addio."


    Trovate nella stessa scatola di legno c'erano due buste vuote indirizzate a William e Rose, e una lettera senza busta.


    "Carissima Linnie,


    Ho pregato per te. Ha detto il tuo nome."


    Un articolo di giornale (tradotto dallo spagnolo): 1880


    "Ho sperimentato il vero terrore. Ho sperimentato il vero terrore. Ho sperimentato il vero terrore. Vedo i suoi occhi quando chiudo i miei. Sono vuoti. Neri. Mi vedono e mi attraversano. La sua mano bagnata. Io non dormirò. La sua voce [Testo incomprensibile]."


    Il diario di un marinaio: 1691


    "È venuto da me mentre dormivo. Sentivo qualcosa ai piedi del mio letto. Ha preso tutto. Dobbiamo tornare in inghilterra. Noi non dobbiamo tornare mai più qui, sotto richiesta di The Rake."


    Da una testimonianza: 2006


    "Tre anni fa, ero appena tornata da una vacanza alle cascate del Niagara con la mia famiglia, il quattro di Luglio. Eravamo veramente stanchi dopo una lunga giornata di viaggio, quindi mio marito e io mettemmo i ragazzi a letto e siamo andati a dormire.


    Verso le quattro di mattina, mi sono svegliata pensando che mio marito si fosse alzato per usare il bagno. Colsi l'attimo per sistemare la coperta, ma così facendo lo svegliai. Mi scusai e gli dissi che credevo si fosse alzato. Quando si è girato a guardarmi, è sussultato e ha ritirato i piedi dal fondo del letto così velocemente che il suo ginocchio quasi mi fece cadere giù. Quindi mi ha afferrata e non ha detto niente.


    Dopo qualche secondo ad abituarmi al buio, riuscii a vedere cosa causò la strana reazione. Ai piedi del letto, seduto e che ci dava le spalle, c'era quello che sembrava essere un uomo nudo, o un grande cane senza pelo di qualche tipo. La posizione del suo corpo era inquietante e innaturale, come se fosse stato investito da una macchina o qualcosa di simile. Per una qualche ragione, non fui subito spaventata da esso, ma più che altro interessata alle sue condizioni. A questo punto ero in qualche modo convinta che avremmo dovuto fare qualcosa per aiutarlo.


    Mio marito teneva le ginocchia tra le braccia, in posizione fetale, guardandomi occasionalmente prima di tornare a osservare la creatura.


    In un turbinio di movimenti, la creatura si dimeno buttandosi giù dal letto, e arrancò velocemente vicino al letto agitandosi, finche non fu a pochi centimetri dalla faccia di mio marito. La creatura rimase in un silenzio assoluto per circa 30 secondi (Probabilmente furono 5, ma sembrò molto di più) a guardare mio marito. La creatura quindi poggiò la mano sul suo ginocchio e corse nel corridoio, dirigendosi alla stanza dei ragazzi. Ho gridato e mi sono lanciata sull'interruttore, intenzionata a fermarlo prima che ferisse i miei bambini. Quando sono uscita nel corridoio, la luce della camera da letto era sufficente a vederlo accovacciato e ingobbito a qualche metro di distanza. Sì è girato e mi ha guardato direttamente, coperto di sangue. Ho acceso la luce e ho visto mia figlia Clara.


    La creatura è corsa giù per le scale mentre io e mio marito ci precipitavamo ad aiutare nostra figlia. Era ferita gravemente e parlò solo un'altra volta nella sua breve vita. Disse "lui è The Rake".


    Mio marito finì in un lago con la sua auto quella notte, mentre portava nostra figlia all'ospedale. Non sopravvisse.


    In una piccola città, le notizie girano parecchio veloci. La polizia ci diede aiuto all'inizio, e anche il giornale locale fu molto interessato. Comunque, la storia non fu mai pubblicata e neanche i telegiornali locali se ne interessarono mai.


    Per molti mesi, mio figlio Justin ed io stemmo in un hotel vicino alla casa dei miei genitori. Dopo la nostra decisione di tornare a casa, ho iniziato a cercare delle risposte. Trovai un uomo in una città vicino che aveva avuto un'esperienza simile. Ci siamo messi in contatto e abbiamo iniziato a raccontarci delle rispettive vicende. Lui sapeva di altre due persone a New York che avevano visto la creatura a cui noi ora ci rivolgeremo come "The Rake".


    Noi quattro impiegammo due anni interi di ricerca nel web e tra testimonianze scritte per ottenere una piccola collezione di ciò che pensiamo siano racconti di "The Rake". nessuno di essi diede però qualche dettaglio, una storia o spiegazioni.


    Un giornale che aveva articoli riguardanti la creatura nelle sue prime tre pagine, e non la menzionò mai più... Un diario di bordo che non spiegava niente dell'incontro, dicendo solo che era stato detto loro di andarsene da The Rake. Quella fu l'ultima cosa scritta sul diario...


    C'erano, comunque, molti casi dove la visita della creatura era una serie di di visite alle stessa persona. Molte persone dissero anche che essa parlò loro, tra cui anche mia figlia. Questo ci ha portato a chiederci se The Rake ci abbia visitato altre volte prima del nostro ultimo incontro.


    Programmai un registratore digitale vicino al mio letto e lo lasciai a registrare tutta la notte, per due settimane. Controllavo morbosamente il suono di me che dormivo ogni giorno appena sveglia. Verso la fine della seconda settimana, ci avevo fatto l'abitudine e ascoltavo le mie registrazioni notturne ad una velocità otto volte superiore al normale. (questo mi occupava comunque un'ora al giorno)


    Il primo giorno della terza settimana, pensai di aver sentito qualcosa di diverso. Quello che avevo trovato era una voce stridula. Era The Rake. Non posso ascoltarla abbastanza a lungo anche solo da iniziare a trascriverla. Non l'ho ancora fatta ascoltare a nessuno. Tutto ciò che so è che l'ho sentita prima, e ora credo che parlò quando stava di fronte a mio marito. Non ricordo di aver sentito niente allora, ma per qualche ragione, la voce registrata mi portò immediatamente a quel momento.


    I pensieri che dovevano essere passati nella testa di mia figlia di lasciarono veramente sconvolta.


    Non ho più visto The Rake da quando rovinò la mia vita, ma so che è stato nella mia stanza mentre dormivo. Lo so e temo quella notte in cui mi sveglierò e lo vedrò, a fissarmi."
     
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  7. NikiSanDP
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    Qualcuno posti quella del suicidio di Squiddi, io non posso, mi fa cagare addosso x'D

    L'Antico Chateau è un edificio abbandonato, che si trova vicino all'entrata est del Bosco Evopoli. Per potervi accedere è necessario avere la MN01 (Taglio), che può essere ottenuta dopo aver sconfitto Gardenia ad Evopoli. Nella parte nord del piano superiore, all'interno della seconda stanza da sinistra, c'è una televisione; interagendo con essa durante la notte si inizierà una lotta con l'unico esemplare di Rotom presente nel gioco (in Diamante e Perla bisogna prima aver ottenuto il Pokédex Nazionale)
    Ma torniamo al mistero di questo antico palazzo.
    Qualche volta, sembra che appaiano i fantasmi di una bambina e di un maggiordomo rispettivamente all'interno di una stanza nella parte nord del primo piano e nella sala da pranzo.
    La bambina appare quando il giocatore entra nella stanza di fianco a quella in cui c'è il fantasma stesso. Ella si dirigerà attraverso la porta e non potrà essere vista in nessun'altra parte del palazzo.
    Il maggiordomo sembra invece essere seduto sull'altro lato del tavolo della sala da pranzo. Egli si dirigerà verso sinistra e fluttuando senza un minimo movimento delle gambe scomparirà dalla finestra di gioco. Non appare in nessun'altra parte del palazzo.
    Il giocatore non può interagire con questi due personaggi, che, in relazione con le tesi di Gardenia che sostengono che il palazzo sia infestato, porta a pensare che essi siano entrambi dei fantasmi.

    Questa è il fantasma della bambina

    Questo è lo spettro del maggiordomo

    Piccola curiosità:
    In Platino, viene detto che Plutinio doveva vivere qui, suggerendo che sia lui il proprietario che lo ha abbandonato. Questa tesi viene in particolar modo avvalorata quando ad egli si attribuisce la scoperta di Rotom.
    Rotom è un pokemon frenetico capace di possedere oggetti elettronici e controllarli a suo piacimento.

    I fantasmi in pokemon non sono solo quelli dell'Antico Chateau ma si troveranno anche in X e Y precisamente a Luminopoli, vi riporto cosa succede.

    Andando a Luminopoli, in Corso Alto troverete un edificio con due piani; al secondo piano si trova una palestra aperta dal “proprietario di un dojo a Kanto”, evidente riferimento alla vecchia palestra di Zafferanopoli prima che Sabrina diventasse capopalestra, mentre al primo piano si trova un ufficio vuoto. Mettendo piede fuori dall’ascensore, il gioco sembra quasi bloccarsi e la musica scompare. Dopo di che appare lo sprite di una “Streghetta” (gli allenatori che si trovano di solito nei luoghi spettrali, in inglese noti come “Hex maniac”) che si muove verso l’interno dell’ufficio, mantenendo fissa l’animazione, senza quindi muovere braccia o gambe. Sembra quasi essere un bug del gioco… ma non è ancora finita.

    Dopo averci superati, questo fantasma sussurrerà qualcosa del tipo « No,tu non sei il prescelto… » e sparirà senza lasciare traccia, facendoci rimanere immobili come stoccafissi. L’unico riferimento plausibile a questo strano evento è un’altra ragazza, sempre con lo stesso sprite da Streghetta, che può essere trovato al quarto piano* dell’hotel di Luminopoli, che ci chiederà di far silenzio perché altrimenti non riesce a sentire il suono degli ascensori. La faccenda ha dato adito alla teoria che il fantasma sia una specie di sua proiezione, dato che appare dall’ascensore, ma non vi è alcuna conferma di questo.

    Come già ribadito, a oggi nessuno è ancora riuscito a capire se vi sia un’utilità precisa per questa faccenda o se sia solo un piccolo scherzetto messo in piedi da Game Freak per incuriosire i giocatori e ammantare ulteriormente la regione di Kalos con quell’aura di mistero che tanto ci piace.

    Potrebbe essere una side-quest di cui nessuno ha ancora scoperto tutti gli step, potrebbe essere l’inizio di un evento che potrebbe essere completato solo grazie a oggetti o Pokémon specifici distribuiti da Game Freak o potrebbe essere semplicemente un easter egg: l’unica certezza è che questo genere di cose ci intrigano tantissimo e siamo molto felici anche solo di poterci fantasticare sopra.
     
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  8. Miky3i
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    La posto io quella del suicidio di Squiddi ahahah anche a me fa paura D: ecco qua >.<

    Il suicidio di Squiddi


    Vorrei incominciare col dirvi che se volete una risposta alla fine, preparatevi ad essere delusi. Non c’è.

    Ho lavorato nello staff dei Nickelodeon Studios per un anno, nel 2005, dopo il diploma in arti visive e computer grafica. Certo, non ero pagato, ma molti tirocini non lo sono. Aveva altri scopi oltre l’educazione, però. Per gli adulti non sarà gran cosa, ma molti bambini si sarebbero decisamente cagati addosso per questo. Dato che lavoravo direttamente con gli editors e gli addetti alle animazioni, dovevo visionare gli episodi inediti qualche giorno prima che andassero in onda.

    Andrò dritto al punto senza troppi dettagli inutili. Poco prima era uscito il film di Spongebob, e lo staff al completo sembrava totalmente fuori fase, quindi ci volle un po’ di più per cominciare la nuova stagione, ma il distacco durò ben più a lungo per ragioni anche più scoccianti. C’era un problema con la première della quarta serie che ha rallentato tutto e tutti per qualche mesetto.

    Ero con altri due collaboratori nella sala editing insieme al capo degli animatori e ai sound editors per il cut finale. Ricevemmo la copia di quello che avrebbe dovuto essere “Paura di un Krabby Patty”, e ci riunimmo attorno allo schermo per visualizzarlo. Ora, dato che non è ancora la versione finale, spesso gli animatori mettono come titolo qualche battutina stupida, un gioco di parole o simili, tipo “Come il sesso non funzioni” invece di “Rock-a-by-Bivalva”, l’episodio dove Spongebob e Patrick adottano una conchiglia. Non c’è niente di particolarmente comico, eccetto qualche risolino. Quindi, quando vedemmo il titolo “Il suicidio di Squiddy”, non pensammo a nient’altro che una battuta un po’ malata. Un collaboratore rise un pochino. La musica allegra partì come di norma.

    La storia cominciava con Squiddy che si esercita al clarinetto, stonando come al solito. Sentiamo Spongebob che ride fuori e Squiddy si ferma, urlandogli poi di piantarla perché deve esercitarsi per il concerto di quella sera. Spongebob va via con Sandy e Patrick. Lo screen della bolla appare e vediamo la fine del concerto di Squiddy. Qui è dove le cose iniziano a farsi strane. Mentre suona, qualche frame si ripete, ma non il suono (il che è strano, visto che a quel punto del lavoro il sound dovrebbe essere sincronizzato), ma quando finisce di suonare, sembra tutto normale. C’è un leggero mormorio prima che la folla inizi a fischiarlo.

    Non era però il “fischio” normale tipico dei cartoni. C’era chiaramente della cattiveria. Squiddy era ripreso in primo piano ed era visibilmente spaventato. Poi l’inquadratura si sposta sulla folla, con Spongebob al centro. Anche lui lo fischia, il che è molto insolito. E non è la cosa più strana. Quello che è davvero strano è il fatto che tutti avessero degli occhi estremamente realistici. Molto dettagliati. Non erano foto di vere persone, ma di sicuro più realistici di quelli a computer grafica. Alcuni di noi si guardavano confusi, ma dato che non eravamo gli scrittori non ci domandammo che effetto avrebbe avuto sui bambini

    …non ancora.

    L’inquadratura si sposta di nuovo su Squiddy, seduto sul bordo del letto, estremamente triste. La vista fuori dall’oblò era notturna, quindi non molto dopo il concerto. A questo punto, non c’era suono. DAVVERO non ce n’era. Non c’era neanche il commento dei fonici, o simili. Era come se le casse fossero spente, eppure funzionavano perfettamente. Lui se ne stava lì, sbattendo gli occhi, in silenzio per una trentina di secondi, fin quando non cominciò a singhiozzare piano. Si portò i tentacoli agli occhi e pianse in silenzio per un intero minuto. Il suono incominciò a diventare da nullo ad appena udibile, come un sottile venticello in una foresta.


    La schermata iniziava a zoomare lentamente sul suo viso. E per lentamente, intendo che lo zoom era appena percettibile. I suoi singhiozzi si facevano man mano più rabbiosi e addolorati. Lo schermo si contrasse un poco per un secondo scarso, come se si fosse arrotolato su se stesso, e poi ritornò normale. Il suono simile al vento tra gli alberi diventava man mano più forte e duro, come se da qualche parte ci fosse una tempesta. La parte inquietante era che questo suono e il pianto di Squiddy sembravano reali, come se il suono non provenisse dalle casse, ma le casse fossero un buco che trasmetteva qualcosa proveniente davvero dall’altra parte. Nonostante le apparecchiature degli studi televisivi siano di qualità eccelsa, era impossibile riprodurre suoni di quel genere così alla perfezione.

    Sotto il suono del vento e i deboli singhiozzi, qualcosa sembrava ridere. Si sentiva a strani intervalli e non durava più di un secondo, quindi era difficile individuarlo con certezza. Dopo 30 secondi così, la schermata diventò sfocata e si contorse violentemente come se un frame fosse stato rimpiazzato. Il capo editor mise in pausa e fece il rewind frame per frame. Quello che vedemmo fu orribile. La foto immobile di un bambino morto. Non poteva avere più di sei anni. Il viso era deturpato e sanguinante, un occhio era fuori da un’orbita e gli pendeva sulle guance. Era nudo sino alla cintola, e il suo ventre era stato crudelmente aperto, le interiora giacevano accanto a lui.

    Era disteso su qualcosa che poteva essere una strada. La cosa più assurda era l’ombra del fotografo. Non c’erano nastri della polizia, nessuna borsa con prove, e l’angolazione era veramente bizzarra, se fosse stata una foto presa come prova. Sembrava che il fotografo stesso fosse l’assassino.

    Eravamo ovviamente mortificati, ma cercammo di procedere, sperando che si trattasse semplicemente di uno scherzo di cattivo gusto. La schermata tornò a Squiddy, che ancora piangeva. Piangeva più forte di prima, e solo metà del corpo era inquadrato. Adesso c’era qualcosa che sembrava sangue che colava dai suoi occhi. Il sangue era così realistico che sembrava quasi che ci saremmo sporcati le dita se avessimo anche solo sfiorato lo schermo. Anche il vento era diventato più forte. La risata, bassa e baritonale, poteva essere sentita per più a lungo e più frequentemente. Dopo circa venti secondi, accadde esattamente la stessa cosa che era accaduta poco prima: un singolo frame che mostrava una foto apparve.

    L’editor era restio a tornare indietro, così come tutti noi, ma sapeva di doverlo fare. Questa volta, la foto ritraeva una ragazzina non più grande dell’altro bambino. Era distesa a pancia in giù, in una pozza di sangue. Anche il suo occhio sinistro era fuori dall’orbita, ed era nuda tranne che per la biancheria intima. Le sue interiora erano posizionate sulla sua schiena, sopra un taglio che le apriva in due quest'ultima. Di nuovo, il corpo era su una strada e l’ombra del fotografo era visibile. Era di taglia e forma praticamente identiche alla prima. Dovetti soffocare dei conati di vomito ed una tirocinante, l’unica donna, scappò.

    Ritornò la schermata inizale. Cinque minuti dopo l’apparizione della foto, il suono si fermò completamente, come all’inizio della scena. Squiddy mise giù i tentacoli, e i suoi occhi risultarono essere disegnati in maniera iper-realistica, come gli altri del concerto. Erano sanguinanti, pulsanti ed arrossati. Guardava allo schermo come se stesse guardando lo spettatore. E dopo dieci secondi, ricominciò a singhiozzare, stavolta senza coprirsi gli occhi. Il suono era penetrante e forte, e quei singhiozzi erano spaventosi, erano misti ad urla. Sangue e lacrime gli colavano sul viso copiosamente. Il suono del vento tornò, così come quella risata profonda. La foto successiva rimase per ben cinque frames. Al quarto, l’animatore riuscì a fermarlo e a tornare indietro.

    Questa volta, la foto era di un ragazzino più o meno dell’età degli altri, ma la scena era diversa. Le interiora venivano tirate fuori da una ferita allo stomaco da una grande mano, ed era l’occhio destro ad essere scoppiato. L’animatore procedette. Era difficile da credere, ma la successiva era ancora diversa, anche se non riuscivamo a capire perché. Continuò a procedere, ed era la stessa cosa. Poi tornò alla prima e le riprodusse più velocemente. Persi il controllo e vomitai sul pavimento. I cinque frames non erano foto ferme. Era come se venissero da un video. Vedemmo la mano sollevare lentamente le interiora , dopodiché vedemmo gli occhi del bambino concentrati su essa, addirittura ci sembrò di vedere il ragazzino sbattere gli occhi.

    Il capo dei fonici ci ordinò di fermarci. Doveva assolutamente chiamare i creatori per parlarne. Il signor Hillenburg arrivò in un quarto d’ora. Era confuso, non sapeva perché l’avessimo chiamato, così l’editor continuò con la riproduzione.

    Una volta che i frames smisero di riprodursi, il suono si fermò di nuovo. Squiddy guardava lo spettatore, il suo viso era interamente nel frame – e durò circa tre secondi. Poi la schermata fece rapidamente zoom out, e la voce profonda che rideva disse: “FALLO”. Immediatamente, vedemmo una pistola nelle sue mani. Subito dopo, si mise la pistola in bocca per poi premere il grilletto. Sangue realistico e materia cerebrale sporcarono il muro e il letto dietro di lui, ovviamente Squiddy volò per il rinculo. I restanti cinque secondi dell’episodio mostrano il suo corpo sul letto, steso di fianco, con un occhio pendente su quello che rimaneva della sua testa sul pavimento, con lo sguardo vitreo. Poi l’episodio finisce.

    Il signor Hillenburg era incazzato nero, ovviamente. Pretese di sapere che diamine stesse succedendo. Molti lasciarono la stanza, a quel punto, quindi solo pochi di noi lo riguardarono. Rivederlo per la seconda volta servì soltanto a farmelo imprimere in testa e a causarmi incubi orribili. Ancora mi pento di essere rimasto.

    L’unica cosa a cui pensammo fu che qualcuno, nella catena dallo studio di disegno alla fine, avesse modificato il file. Il CTO fu ovviamente chiamato per analizzarlo. L’analisi del file mostrava che era stato modificato pochissimo tempo prima che lo vedessimo. Tutto l’equipaggiamento fu analizzato con una dovizia di particolari quasi maniacale – non si sa mai che ci fosse qualche difetto nella timestamp o cose simili - , ma tutto sembrava in regola. Non sappiamo cosa era successo, e ancora oggi, nessuno continua a saperlo. Addirittura ci fu un’indagine per quanto riguarda le foto, ma niente venne fuori. Nessuno dei bambini fu identificato, e nessun indizio, fisico o no, fu cavato da quelle foto. Non ho mai creduto ai fenomeni inspiegabili prima di allora, ma ora che ci credo… Se qualcosa succede e non posso provarlo se non per aneddoti, ci penso molto bene.

    Io non ho mai capito invece il CreepyPasta su Legend of Zelda... quella di Ben...
     
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    Oke,con quella del suicidio di Squiddi me la sono fatta sotto O__O
     
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  10. -yoona97-
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    Oh mio..O_O ma è vera questa cosa???
    quello di Ben Drowned l'ho visto da sola brrrr
     
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  11. Miky3i
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    Io quella non l'ho mai capita XD devo vederla prima o poi, comunque no, non sono vere (che io sappia LOL) sono storie raccontate
     
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  12. -yoona97-
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    ah...quindi non esiste questo tipo xD
     
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  13. Miky3i
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    Non esiste... O almeno non dovrebbe è.é ma spesso le Creepy Pasta si basano su cose attuali quindi non è strano vedere spuntare qualche nome vero come quello dei videogiochi o come, appunto, Hillenburg che è il creatore di Spongebob
     
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  14. -yoona97-
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    ok xD posta postaaa :3 xD
     
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  15. Miky3i
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    Oookay, continuo con una famosissima, ma anche lunghetta, quindi trovatevi del tempo e godetevela *^*

    Jeff The Killer


    Stralcio di un giornale locale:

    MINACCIOSO ASSASSINO SCONOSCIUTO È ANCORA A PIEDE LIBERO

    Dopo settimane di assassinii il killer è ancora all’opera. Dopo alcune ricerche è stato trovato un ragazzo che afferma di essere sopravvissuto ad un attacco del killer. Coraggiosamente ci racconta la sua storia.

    “Stavo facendo un brutto sogno e mi sono svegliato nel bel mezzo della notte,” dice il ragazzo, “ho notato che, per qualche motivo, la finestra era aperta, anche se ricordavo perfettamente di averla chiusa quando sono andato a letto. Mi sono alzato e l’ho richiusa ancora una volta. Quindi mi sono letteralmente riarrampicato sul letto e sono tornato a dormire.
    È stato in quel momento che ho sentito una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse guardando. Mi sono guardato intorno e per poco non saltavo fuori dal letto. Nel raggio di luce che filtrava dalle mie tende c’era un paio di occhi. Non erano occhi normali, erano scuri e minacciosi. Erano cerchiati di nero e… mi facevano estremamente paura. Poi ho visto la bocca. Un largo, orrendo sorriso che mi fece rizzare ogni pelo che avevo sul corpo. La figura stava lì, guardandomi. Infine, dopo quello che sembrava un tempo infinito, pronunciò una sola frase. Una frase semplice, ma detta come solo un pazzo potrebbe fare.

    “Disse, ‘Torna a dormire.’ Urlai, e forse fu quello che lo fece muovere verso di me. Tirò fuori da non so dove un coltello, puntandomelo al cuore. Saltò sul mio letto. Combattei, provai a respingerlo, pugni, calci, rotolai sulla schiena nel tentativo di levarmelo di dosso. Fu in quel momento che entrò mio padre, impugnando la sua pistola. Mirò all’uomo, ma prima che potesse premere il grilletto quello scivolò di lato, e lanciò il coltello in direzione di mio padre. Lo colpì alla spalla, e lui lasciò cadere la pistola. Probabilmente, se un nostro vicino non avesse chiamato la polizia, l’uomo avrebbe finito a coltellate mio padre.

    “Gli agenti entrarono di corsa nel cortile, ma l’uomo li sentì prima che potessero raggiungere l’ingresso, perciò si voltò e corse in soggiorno. Sentimmo un forte colpo, come di vetri rotti. Quando corsi fuori dalla mia stanza vidi la finestra che dava sul retro a pezzi, e mi avvicinai velocemente, in tempo per scorgere l’uomo che svaniva in lontananza. Non dimenticherò mai quella faccia. Gli occhi malefici e freddi, il sorriso psicotico. Non lasceranno mai la mia mente.”
    La polizia è ancora sulle tracce del criminale. Se vedete qualcuno che corrisponde alla descrizione, contattate il dipartimento di polizia locale.


    Jeff e la sua famiglia si erano appena trasferiti in un nuovo quartiere. Suo padre aveva ricevuto una promozione al lavoro, e quindi i suoi genitori decisero che sarebbe stato meglio vivere in un posto più vicino all’ufficio del padre. Jeff e suo fratello Liu non poterono opporsi. Una nuova, bellissima casa. Che non sarebbero riusciti ad amare. Mentre stavano disfacendo i bagagli, arrivò una loro vicina di casa.

    “Salve,” disse lei, “sono Barbera, abito oltre la strada , di fronte a voi. Volevo solo presentare me e mio figlio.”
    Si girò e chiamò il ragazzo. “Billy, questi sono i nostri nuovi vicini.” Billy sussurrò un timido ‘ciao’ e scappò a giocare nel suo giardino.
    “Bene,” disse la mamma di Jeff, “Io sono Margaret, e questo è mio marito Peter, e loro sono i miei due figli, Jeff e Liu.”

    Si presentarono anche loro, e Barbera li invitò al compleanno di suo figlio. Jeff e Liu stavano per obiettare, quando la loro madre disse che a loro avrebbe fatto molto piacere. Quando finirono di disfare i bagagli Jeff andò verso sua madre.

    “Mamma, perché hai accettato l’invito al compleanno di quel bambino? Se non l’hai notato non sono più un piccolino a cui piace giocare con le macchinine!”

    “Jeff,” disse sua madre, “Ci siamo appena trasferiti, dobbiamo fare vedere che siamo disposti a passare un po’ di tempo coi vicini. Quindi noi andremo a quel compleanno ed è finita qui.”

    Jeff fece per dire qualcosa, ma si fermò prima che qualsiasi suono potesse uscire dalla sua bocca, sapendo che non poteva fare nulla. Quando sua mamma affermava qualcosa era inutile ribattere. Si rifugiò in camera sua e abbandonò il suo corpo sul letto.
    Era lì, che guardava il soffitto, quando improvvisamente si sentì invaso da una strana sensazione. Non era dolore…. Era solo una strana sensazione. La considerò solo una cosa passeggera e casuale. Udì sua madre che lo chiamava dal soggiorno, ed uscì dalla stanza per andare a prendere le sue cose.


    Il giorno dopo Jeff scese mollemente giù dalle scale, per fare colazione e prepararsi per la scuola. Quando si sedette al tavolo provò di nuovo quella sensazione. Questa volta era più intensa, e provò un leggero dolore al petto, ma lui anche stavolta lo ricondusse solo al fatto di essersi svegliato presto per andare a scuola. Lui e Liu, finita la colazione, si diressero verso la fermata dell’autobus.
    Si sedettero aspettando il mezzo di trasporto quando improvvisamente un gruppetto di ragazzi con lo skateboard volò sopra di loro, a un pelo dalle loro teste. Tutti e due fecero un salto per la sorpresa.

    “Hey, ma che diavolo…?”

    I ragazzi atterrarono agilmente e si girarono verso di loro. Uno di loro, sembrava fosse il capo, diede un colpetto allo skate col piede e quello gli saltò in mano. Il ragazzo sembrava avere dodici anni, circa un anno più piccolo di Jeff. Indossava una maglietta mimetica e un paio di jeans sdruciti.

    "Bene, bene, bene. Sembra che abbiamo della carne fresca."
    Improvvisamente apparvero altri due ragazzi. Uno era magrissimo, l'altro era enorme.

    "Bene, visto che siete nuovi, vorrei presentarvi agli altri, lì c'è Keith."
    Jeff e Liu guardarono il ragazzo magro. Aveva una faccia inebetita, quello che ci si aspetta da una spalla.
    "E lui è Troy."
    Guardarono il ragazzo grasso, simile ad una vasca di lardo. Sembrava che non facesse esercizio fisico da quando aveva imparato a gattonare.

    "Ed io" disse il ragazzo "sono Randy. Ora, per tutti i ragazzini del vicinato c'è una piccola tassa per la tariffa del bus, non so se mi spiego."
    Liu si alzò, pronto a prendere a pugni il ragazzo, quando i due suoi amici gli puntarono contro un coltello.
    "Tsk, tsk, tsk, speravo che sareste stati più cooperativi, ma sembra che dovremo provare con le maniere forti." Il ragazzo camminò verso Liu e gli prese il portafogli dalla tasca. Jeff sentì di nuovo quella sensazione, ma quella volta era davvero forte, una sensazione bruciante. Si alzò, ma Liu gli fece cenno di sedersi. Jeff lo ignorò e andò contro il ragazzo.

    "Ascoltami bene, teppistello, ridai immediatamente indietro il portafogli a mio fratello, altrimenti..." Senza minimamente badare a lui, Randy prese il portafogli, se lo mise in tasca e prese un coltello.

    "Oh? E cosa farai?"

    Quando finì la frase, Jeff gli diede un pugno sul naso. Appena fece per tenersi la faccia, Jeff gli prese il polso e glie lo spezzò. Randy urlò e Jeff gli prese il coltello dalla mano. Troy e Keith caricarono Jeff, ma egli fu troppo veloce.
    Gettò Randy per terra. Keith si scagliò verso di lui, ma Jeff lo evitò e lo pugnalò nel braccio. Keith fece cadere il suo coltello e cadde a terra urlando. Anche Troy si scagliò contro di lui, ma a Jeff non servì nemmeno il coltello.
    Semplicemente gli diede un pugno dritto nello stomaco, facendolo cadere. Appena impattò la terra iniziò a vomitare. Liu non fece altro che guardare Jeff, stupefatto.

    "Jeff, come stai?" disse soltanto. Videro arrivare l'autobus e seppero che sarebbero stati accusati di tutto. Quindi iniziarono a correre più veloce possibile. Mentre correvano guardarono indietro e videro l'autista correre verso Randy e i suoi.

    Appena Jeff e Liu arrivarono a scuola non osarono raccontare nulla di cosa era successo. Tutto quello che fecero fu di sedersi e di ascoltare. Liu pensava soltanto a come suo fratello aveva picchiato i ragazzini, ma Jeff sapeva che c'era dell'altro.
    Era qualcosa di spaventoso. Appena sentiva quella sensazione si sentiva potente, aveva solo bisogno di far del male a qualcuno. Non gli piaceva come suonava, ma non lo aiutava a sentirsi felice.
    Sentì quella strana sensazione andare via, per il resto della giornata.
    Persino quando camminava a casa, a causa degli eventi accaduti vicino alla fermata dell'autobus che non avrebbe più preso, si sentiva felice.

    Quando arrivò a casa i suoi genitori gli chiesero come fosse andata la giornata, e lui rispose, con una voce un po’ inquietante, "E' stata una giornata magnifica". La mattina seguente sentì qualcuno bussare alla porta di casa. Scese ed incontrò due agenti di polizia alla porta, la sua madre lo guardava arrabbiata.

    "Jeff, questi due agenti mi hanno detto che tu hai attaccato tre bambini. Non era un combattimento regolare e loro sono stati accoltellati. Accoltellati, figlio!" Lo sguardo di Jeff si fissò sul pavimento, mostrando alla madre che era vero.

    "Mamma, sono stati loro quelli che hanno puntato un coltello contro me e Liu."

    "Figliolo" disse un agente, "abbiamo trovato tre ragazzini, due dei quali accoltellati, ed uno con un livido sullo stomaco, ed abbiamo dei testimoni che provano che tu sei fuggito dal luogo. Ora, che hai da dire in tua difesa?" Jeff sapeva che era inutile. Avrebbe potuto dire loro che lui e Liu erano stati attaccati, ma così non c'erano prove che fossero stati i teppisti ad attaccare per primi. Ma gli agenti avrebbero potuto dire che i due stavano scappando, e veramente lo stavano facendo. Perciò Jeff non poteva difendere né Liu né se stesso.

    "Ragazzo, chiama tuo fratello." Jeff non poteva farlo, visto che era stato lui a picchiare i ragazzini.

    "Signore, sono... sono stato io. Sono stato io l'unico a picchiare i ragazzi. Liu ha provato a trattenermi, ma non ci è riuscito." L'agente guardò il collega ed entrambi annuirono.

    "Bene, ragazzo, sembra che un anno a Juvi..."

    "Fermi!" disse Liu. Tutti o guardarono mantenere un coltello. Gli agenti estrassero le loro pistole e le puntarono contro il ragazzo.

    "Sono stato io, ho picchiato io quei teppistelli. Ne ho le prove." Alzò le sue maniche rivelando tagli e lividi, come se avesse lottato.

    "Ragazzo, abbassa il coltello." disse l'agente. Liu lasciò il coltello e lo fece cadere per terra. Alzò le mani a si avviò verso i poliziotti.

    "No Liu, sono stato io, l'ho fatto io!" Jeff aveva le lacrime che gli scivolavano sul volto.

    "Huh, povero fratello. Cerca di prendersi la colpa per quello che ho fatto. Portatemi via." I poliziotti portarono Liu alla loro macchina.

    "Liu, diglielo che sono stato io! Diglielo! Sono stato l'unico a picchiare quei ragazzi!"

    La madre di Jeff gli mise le mani sulle spalle.
    "Jeff, per favore, non devi mentire. Sappiamo che è stato Liu, fermati." Jeff assistette impotente alla macchina prendere velocità con Liu dentro. Qualche minuto dopo, il padre di Jeff arrivò nel viottolo, guardando la faccia di Jeff e sapendo che qualcosa andava storto.

    "Figliolo, figliolo che c'è?" Jeff non riusciva a rispondere. Le sue corde vocali erano affaticate per il pinto. Invece la madre di Jeff andò dal padre per dirgli la cattiva notizia, e Jeff si abbandonò al pianto sul viottolo. Dopo circa un ora Jeff rientrò in casa, evitando gli sguardi affranti dei suoi genitori, entrambi shockati, tristi e delusi.

    Non riusciva a guardarli. Non riusciva ad immaginare cosa pensassero i suoi genitori di Liu, quando in fondo... era colpa sua. Andò subito a letto, cercando di allontanare i recenti eventi dalla mente.

    Due giorni dopo, nessuna notizia di Liu dal carcere. Nessuno amico da frequentare. Niente tranne tristezza e sensi di colpa.
    Questo fino a Sabato, quando sua madre lo svegliò con un grande sorriso stampato in faccia.
    "Jeff, è oggi", gli disse lei, aprendo le tende e permettendo alla luce di entrare nella camera.

    "Cosa? Cosa c'è oggi?", chiese Jeff stiracchiandosi.

    "Ma come? Il compleanno di Billy!". Jeff si svegliò completamente.

    "Mamma, stai scherzando? Non penserai che andrò ad una festa di compleanno dopo quel che...". Una lunga pausa.

    "Jeff, sappiamo entrambi cosa è accaduto. Perciò penso che questa festa potrebbe essere ciò che rischiarirà le nostre giornate. E ora, vestiti". La madre di Jeff uscì dalla stanza per andare a prepararsi a sua volta.
    Jeff, combattendo contro se stesso, riuscì finalmente ad alzarsi. Mise una maglia a caso e un paio di jeans e scese di sotto. Lì trovò sua madre e suo padre entrambi in abiti eleganti: sua madre in un lungo vestito da sera e suo padre in giacca e cravatta. Non riusciva a capire che senso avesse vestirsi in un modo tanto vistoso al compleanno di un bambino.

    "Figliolo... Vuoi andare alla festa vestito così?", chiese la madre di Jeff.

    "Sempre meglio che esagerare!", rispose lui, indicando i suoi genitori. Sua madre represse l'impulso di rimproverarlo urlando e lo nascose dietro un sorriso.

    "Jeff, noi potremo aver un po' esagerato, ma è così che si va ad una festa per fare buona impressione", tagliò corto suo padre. Jeff sbuffò e si ridiresse verso camera sua.

    "Non ho vestiti buoni!", gridò salendo le scale.

    "Sbrigati!", rispose sua madre. Ispezionò il suo armadio, cercando qualcosa di elegante da indossare. Trovò un paio di pantaloni neri che teneva per le occasioni speciali e una canottiera. Tuttavia, non riuscì a trovare una camicia da abbinarci. Cercò dappertutto, ma trovò solo camicie a quadri o a strisce e nessuna che potesse abbinarsi ai pantaloni. Alla fine, trovò una felpa bianca buttata su una sedia e decise di indossarla. Scese giù e trovò i suoi genitori già vestiti.

    "Davvero vuoi venire così?", chiesero all'unisono. Sua madre diede un'occhiata all'orologio. "Oooh, non c'è tempo per cambiarsi. Andiamo e basta".
    Detto questo, spinse Jeff e suo padre fuori casa. Attraversarono la strada per andare alla casa di Barbera e Billy. Bussarono alla porta e poco dopo apparve Barbera, vestita troppo elegante come i suoi genitori. Entrati dentro, riuscirono a vedere solo adulti. Neanche un bambino.

    "I bambini sono fuori nel giardino, Jeff. Perché non vai da loro?", disse Barbera.

    Jeff uscì nel giardino pieno di bambini. Stavano correndo vestiti con dei costumi da cowboy, sparandosi con pistole giocattolo. Per un attimo pensò di essere finito sul set di Toy Story, o qualcosa del genere. Poi un bambino gli si avvicinò e gli porse una pistola giocattolo e un cappello da cowboy.

    "Hey, signoue! Vuoi giocaue?", gli chiese.

    "Aah, no... Son troppo vecchio per queste cose". Il bambino lo guardò con un faccino da cagnolino abbandonato.

    "Per favoue?", insistette il bambino. "Ok, ok...", rispose Jeff. Mise il cappello e cominciò a far finta di sparare ai bambini.
    All'inizio tutto questo gli sembrò terribilmente ridicolo, ma poi iniziò a divertirsi davvero. Poteva non essere un gioco molto intrigante, ma fu la prima volta che riuscì a togliersi Liu dalla mente. Così giocò con i bambini per un po'.

    Finché non sentì un rumore. Il rumore di piccole ruote da skateboard. Improvvisamente capì e si girò di scatto, appena in tempo per vedere Randy, Troy e Keith saltare oltre la staccionata con i loro skateboard. Jeff buttò via la pistola giocattolo e si tolse il cappello. Randy lo guardava con odio profondo.

    "Ciao. Jeff, giusto?", disse. "Abbiamo dei conti in sospeso".
    Jeff notò il naso ferito sulla sua faccia. "Mi sembra che siamo pari. Io ti ho preso a calci in culo e tu hai fatto mandare mio fratello in carcere".

    La faccia di Randy si contrasse in un'espressione di rabbia.

    "Oh, no! Non mi interessa pareggiare, io voglio vincere. Potresti averci preso a calci in culo quel giorno, ma non lo farai oggi".

    Detto questo, Randy si lanciò contro Jeff. Caddero entrambi a terra. Randy tirò un pugno sul naso di Jeff, che a sua volta lo afferrò dalle orecchie e gli diede una testata. Si tolse così Randy di dosso e si rimisero tutti e due in piedi. I bambini urlavano e i genitori si precipitavano a portarli fuori dalla casa. Troy e Keith estrassero due pistole dalle loro tasche.

    "Nessuno s'intrometta o vi facciamo saltare la testa!", gridarono. Randy estrasse un coltello e pugnalò Jeff alla spalla.

    Jeff urlò e cadde in ginocchio. Randy cominciò a prendere a calci la sua faccia. Dopo tre calci, Jeff riuscì ad afferrargli il piede e lo torse, facendo cadere Randy a terra. Si rialzò e cercò di entrare per la porta sul retro. Troy lo afferrò.

    "Serve una mano?". Tirò Jeff per il retro del colletto e lo lanciò contro la porta del patio, distruggendola. Mentre Jeff tentava di rialzarsi, venne nuovamente atterrato con un calcio. Randy lo calciò ripetutamente finché del sangue non cominciò ad uscire dalla bocca di Jeff.

    "Forza, Jeff! Combatti!". Afferrò Jeff e lo lanciò in cucina. Randy trovò una bottiglia di Vodka e la ruppe sulla testa di Jeff.

    "Combatti!". Rilanciò Jeff nel salotto.

    "Dai Jeff, guardami!". Jeff guardò in alto, la faccia ricoperta di sangue.
    "Io sono stato quello che ha mandato tuo fratello in carcere!
    E ora tutto quel che riesci a fare è restare seduto qui e lasciarlo marcire lì per un anno intero?! Dovresti vergognarti!". Jeff si rialzò lentamente.

    "Oh, finalmente! Ora combatti!". Jeff era di nuovo in piedi, completamente ricoperto di sangue e Vodka. Di nuovo quella strana sensazione, quella che non provava da un po' di tempo.
    "E cazzo! Finalmente sei in piedi!", disse Randy poco prima di fiondarsi contro Jeff.

    Accadde in quel momento. Qualcosa si ruppe per sempre dentro Jeff. La sua psiche era andata; il pensiero razionale era andato. Tutto ciò che poteva fare ora era: uccidere. Afferrò Jeff, lo sollevò e lo abbatté al suolo. Si mise sopra di lui e iniziò a colpirlo con tutta la forza direttamente sul cuore. I pugni provocarono un arresto cardiaco a Randy. Mentre questo cercava di respirare disperatamente, Jeff lo colpiva con sempre maggiore forza. Pugno dopo pugno, Randy cominciava a tossire sangue e dopo aver preso un ultimo respiro, reclinò la testa sulla destra.

    Tutti guardavano Jeff. I genitori, i bambini piangenti, anche Troy e Keith. Si ripresero presto dallo shock e puntarono le pistole contro Jeff. Ma lui l'aveva previsto e si era già lanciato verso le scale. Troy e Keith gli spararono contro, ma neanche un colpo raggiunse Jeff. Corse su per le scale, seguito da quei due. Dopo che entrambi ebbero sprecato i loro ultimi colpi, Jeff trovò rifugio in bagno e si accucciò. Afferrò una sbarra di ferro e la staccò dal muro. Troy e Keith si lanciarono dentro con i coltelli pronti.

    Troy cercò di colpire Jeff, che però lo evitò e gli spaccò il cranio con la sbarra.
    Troy cadde pesantemente, e non si rialzò più.

    Rimaneva solo Keith. Era più agile di Troy ed evitò il colpo di Jeff. Gettò via il coltello e lo afferrò dal collo. Lo spinse contro il muro. Dallo scaffale sopra di loro cadde improvvisamente una confezione di candeggina che si sparse su di entrambi. Si sentirono come se stessero andando a fuoco e si misero ad urlare. Jeff si ripulì gli occhi meglio che potè. Riprese la sbarra e la spaccò sulla testa di Keith. Quello, nonostante stesse morendo dissanguato, si mise a ridere.
    "Che c'è da ridere?" chiese Jeff.
    Keith, tirando fuori dalla tasca un accendino, lo accese.
    "Vedi.... è che dopotutto.... ora sei completamente coperto di candeggina e vodka."

    Jeff spalancò gli occhi, spaventato, e Keith gli tirò contro l'accendino. Non appena la fiamma entrò in contatto con lui il fuoco divampò veloce, avvolgendo il suo corpo inzuppato. La candeggina reagiva sfrigolando e corrodendo la pelle, che assumeva sempre più un colorito biancastro. Appena il fuoco raggiunse i capelli, Jeff lanciò un urlo.
    Non servì a nulla rotolarsi per terra, cercando in ogni modo di spegnere quell'inferno che gli stava consumando il corpo, così corse giù per il corridoio e cadde dalle scale.

    Tutti incominciarono ad urlare vedendo il ragazzo in fiamme, finchè non si accorsero che si trattava di Jeff, e cercarono di spegnere il fuoco in ogni modo. L'ultima cosa che vide, prima di cadere a terra quasi morto, fu suo padre che urlava frasi incomprensibili in quel momento, che sfumavano piano piano nel nulla....







    Jeff si svegliò.

    Si chiese dove fosse, non riusciva a vedere nulla, come se una benda coprisse i suoi occhi.
    Fece per togliersela, ma una fitta lancinante lo assalì in ogni parte del corpo, riportando alla mente tutto l'accaduto.

    Dove si trovava?
    Cercò di alzarsi in piedi tra i dolori e avvertì diversi punti di sutura praticamente in tutto il corpo.
    Era... era all'ospedale? Era vivo?

    All'improvviso un infermiere entrò nella stanza.

    "Non credo proprio che sia il caso di alzarti. Ritorna a letto." disse mentre lo aiutava a distendersi di nuovo sul letto e gli controllava le bende.
    Jeff rimase seduto lì, senza poter vedere. Non aveva ancora idea di dove fosse esattamente.
    Dopo alcune ore, venne a fargli visita sua madre.

    "Tesoro, stai bene?"
    Tentò di rispondere ma la bocca rimase immobile.
    "Comunque, ho una buona notizia: la polizia ha detto che Randy ha confessato di aver cercato di farti del male, così hanno deciso di rilasciare Liu. Sarà fuori domani pomeriggio.... così potrete stare ancora insieme, voi due."

    Nelle settimane successive Jeff fu visitato da praticamente tutta la famiglia al completo. Arrivò infine anche il giorno in cui avrebbe dovuto togliere le bende dal viso, ed erano tutti presenti, per scoprire se avrebbero potuto rivedere il vecchio Jeff. Aspettarono con il fiato sospeso fino a quando l'ultimo lembo di benda rimaneva a coprire il volto.

    "Speriamo per il meglio" disse il medico, e scoprì il viso di jeff.

    Sua madre lanciò un urlo appena lo vide. Persino suo padre e Liu rimasero di sasso.

    "Si può sapere che è successo alla mia faccia?" chiese ansiosamente Jeff. Poichè nessuno gli rispondeva, si precipitò in bagno e si mise davanti allo specchio.

    La sua faccia..... era.... diversa. Le labbra erano state bruciate, e al loro posto c'era una sottile linea rossa come la carne.... il suo viso, a causa della candeggina era impallidito completamente e sbiancato a chiazze lungo la parte superiore della fronte e delle guance. Perfino i suoi capelli, in buona parte bruciati, erano passati dal castano ad un nero simile al carbone.
    Lentamente si portò la mano al viso.
    Al tatto era insensibile, come se stesse toccando del cuoio indurito.

    Fissò la sua famiglia, e poi nuovamente lo specchio.

    "Beh..." cercò di formulare Liu "N-non è così.. male..."
    "Non è così male?" rispose Jeff... "E'... PERFETTO!"
    La sua famiglia si stupì a queste parole, mentre Jeff cominciò a ridere incontrollabilmente, senza riuscire a smettere.

    "Jeff... stai... bene?" Chiese sua madre.

    "Bene? BENE? Non mi sono mai sentito più perfetto in vita mia! Ahahahahahah insomma.... guarda! Guarda il mio viso! Questo... sono io! E' perfetto!" e continuando a ridere si accarezzava il viso, guardandosi nello specchio.
    Qualcosa era cambiato nella sua mente. Non era più il Jeff che i suoi genitori conoscevano, ma qualcosa di diverso. Ma questo non lo sapevano ancora.

    "Dottore...." sussurrò sua madre "Mio figlio è ancora a posto.... capisce... mentalmente?”
    "Credo proprio di sì. Questo è un comportamento tipico di pazienti che hanno assunto una grande dose di antidolorifici. In ogni caso, se il suo comportamento non cambia nel giro della settimana, lo riporti qui e gli faremo un test psicologico."

    "Oh, grazie dottore." e rivolta a Jeff: "Coraggio, tesoro. Torniamo a casa."

    Questi distolse lo sguardo da se stesso e rispose "Okaaaaaay! ahahhahahah....".

    Sua madre gli pose una mano sulla spalla e lo accompagnò a prendere i suoi vestiti.

    "Questo è ciò con cui è venuto" disse la signora al bancone, porgendo i pantaloni di seta e la felpa con il cappuccio di Jeff. Sua madre, mentre lo aiutava ad indossarli, notò che erano stati perfettamente ricuciti e puliti dal sangue e dalla cenere. Sembravano quasi.... normali.

    Quella notte la madre di Jeff si svegliò... c'era un suono fastidioso, che proveniva dal bagno.
    Pensando che Jeff o Liu si fossero sentiti male o qualcosa del genere si precipitò giù dal letto e si diresse velocemente davanti alla porta del bagno. Sembrava come se qualcuno stesse piangendo o.... ridendo?
    Aprì lentamente la porta del bagno....
    Ciò che vide fu orrendo.

    Jeff era là, davanti allo specchio. C'erano macchie di sangue ovunque... e nell'aria un forte odore di bruciato.
    All'improvviso quello si voltò.
    Aveva preso un coltello e si era inciso un lungo sorriso lungo le guance... e i suoi occhi erano cerchiati di nero e sangue.

    "Jeff! C-cosa... COSA STAI FACENDO??? i... i tuoi occhi??"

    " Non riuscivo a vedere la mia faccia." rispose normalmente "Ero stanco.... e le palpebre si chiudevano. Ora non lo faranno mai più. Le ho bruciate."

    "M-ma..."

    "Ti piace il mio sorriso? Prima... prima non riuscivo a sorridere. Faceva male dopo un po'... faceva.. male. Ora sto sorridendo. Guardami."

    La madre di Jeff cominciò ad indietreggiare. Quella.... cosa... davanti a lei non era suo figlio. Ne aveva paura.

    Questo sembrò turbare Jeff.

    “Cosa c'è mamma? Non ti piaccio? Non mi trovi bello?"

    "S-sì... figliolo... lo sei" disse. "L-lascia che chiami anche... anche tuo papà, così faremo vedere la tua... l-la tua nuova faccia anche a lui!"

    Corse nella sua stanza e scosse il padre di Jeff, svegliandolo, e sussurrò "Caro, presto svegliati! Devi ferma...."
    Smise di parlare quando vide Jeff sulla soglia della stanza. Con il coltello in mano.

    "Stavi mentendo, mamma."




    Liu si svegliò di soprassalto.
    Si guardò intorno, ma sembrava tutto tranquillo. Eppure..?
    Scrollando le spalle, chiuse gli occhi e cercò di riaddormentarsi.

    Appena ad un passo dal sonno, avvertì una strana sensazione. Come se qualcuno lo stesse guardando.

    Alzò di nuovo gli occhi. Davanti al suo volto c'era quello completamente tumefatto di Jeff.
    Spaventato, cercò di agitarsi e fuggire alla sua presa, ma la paura lo aveva paralizzato.

    "Jeff! Io.."

    Jeff gli tappò la bocca con una mano, e con l'altra avvicinò il coltello.

    "Sshhhhhh...... torna a dormire, Liu.... Torna a dormire."
     
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